IL MUSEO FAGGIANO SUL NEW YORK TIMES
Lecce – Le buone idee e, soprattutto, la passione e l’impegno, alla fine, ripagano sempre. E’ il caso del Museo Archeologico Faggiano di Lecce, in via Ascanio Grandi, a due passi da Porta San Biagio.
Lo scorso martedì, infatti, la famiglia Faggiano, proprietaria della struttura, si è vista catapultare tra le pagine del New York Times con un articolo frutto di una visita effettuata di recente nel capoluogo salentino da Jim Yardley, responsabile dell’ufficio dello storico giornale a Roma.
“Ciò che ha colpito i giornalisti americani è stata senza dubbio l’incredibile storia di Luciano Faggiano e del ritrovamento avvento per caso” – commenta l’Assessore all’Ambiente Andrea Guido del Comune – “Quello su cui invece occorre riflettere è il risultato ottenuto da una struttura completamente privata che con le proprie forze è riuscita ad aggiungere un’importante offerta culturale in città che nulla ha da invidiare a quelle pubbliche. Che i Musei pubblici, infatti, troppo spesso non funzionino è sotto gli occhi di tutti, soprattutto in alcune regioni del sud. Musei che languono, pieni di splendidi reperti e pneumaticamente vuoti di visitatori; Musei dove guide, servizi e progetti risultano essere carenti e dove il rapporto con i territori che essi rappresentano è del tutto inesistente. Musei che rispondono ad un Direttore troppo spesso impegnato anche altrove, con poco tempo a disposizione e soprattutto bloccato da mille legacci burocratici ed amministrativi. E’ questo lo scenario che dobbiamo difendere a tutti i costi?”.
Il Museo Faggiano fu aperto nel 2008 in seguito alla scoperta di diversi edifici antichi sotto la casa privata della famiglia Faggiano, struttura che, all’epoca, sarebbe dovuta diventare di lì a breve, secondo i progetti del capofamiglia, una delle tante trattorie del centro storico. Sotto il pavimento furono rinvenuti, invece, un ex convento di suore chiuso nel Seicento, un granaio di età romana e un pavimento di una casa dei Messapi. Una scoperta, questa, completamente casuale: il proprietario della casa stava cercando, infatti, di riparare semplicemente una tubatura assieme ai suoi figli quando ha iniziato a trovare numerosi oggetti e resti degli edifici precedenti. Oggi la casa di Faggiano è un museo privato in cui si possono visitare gli scavi sottostanti alla casa, oltre che diverse mostre temporanee organizzate nelle sue stanze.
“Vorrei mettere in evidenza – aggiunge Andrea Guido – oltre la straordinarietà di questa storia che tanto ha colpito il giornalista americano, come una struttura privata a conduzione familiare e che ha come unico sostegno esterno un piccolo sistema di crowdfunding basato su piccole donazioni che i sostenitori possono effettuare on line, possa aver di fatto rubato la scena alle grandi strutture pubbliche. L’esempio che ci fornisce la famiglia Faggiano non può che convincerci del fatto che la cultura può essere un bene gestito tranquillamente anche da un privato e che occorre favorire il dialogo continuo fra le diverse realtà museali pubbliche e private del territorio per dar vita ad un’offerta integrata al pubblico”.
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